• A scuola sereni

    A SCUOLA SICURI E SERENI

    Il primo giorno di scuola è sempre un momento di grande emozione per i genitori che si trovano ad affidare il proprio figlio all'istituzione scolastica, spesso per molte ore al giorno.Nel caso di un figlio con una allergia a rischio anafilassi, si aggiunge la preoccupazione per la tutela della sua salute nel periodo trascorso a scuola.

    In questa sezione si trovano alcune indicazioni di massima per un adeguato inserimento scolastico, frutto della mia esperienza di mamma alle prese con mille difficoltà.

     

    Se tuo figlio ha una allergia grave, questi possono essere i passi da seguire per gestire con consapevolezza e serenità il tempo scuola:

    1. Comunicare con largo anticipo al dirigente scolastico che nostro figlio ha una grave allergia. Ad esempio al momento dell'iscrizione è possibile comunicare alla segreteria la patologia allergica ed è meglio incontrare il dirigente verso aprile se il bambino inizierà la scuola a settembre; in questo modo è possibile organizzare al meglio il suo inserimento.

       

    2. Documentare sempre le nostre comunicazioni verbali con certificati medici, redatti dal pediatra curante o dal medico allergologo, perchè sia chiaro quale è la reale situazione allergica ed i conseguenti rischi. Nel caso di mio figlio inizialmente il dirigente non aveva capito la reale gravità dell'allergia e solo dopo aver incontrato l'allergologo si è attivato per organizzare un inserimento sicuro.

       

    3. Oltre alle certificazione mediche da fornire al dirigente, che dovranno essere ben dettagliate (tipo di allergia, farmaci e dosi prescritte in caso di reazione allergica..) è necessario fornire un documento in cui i genitori autorizzano la somministrazione dei farmaci secondo il certificato medico compresa, eventualmente, la somministrazione dell'adrenalina. Se durante l'anno scolastico ci sono variazioni significative nella patologia allergica è compito dei genitori metterne a conoscenza tempestivamente il dirigente scolastico.

       

    4. I genitori sono anche tenuti a fornire tutti i farmaci richiesti dal certificato alla scuola ed a sostituirli in caso di scadenza o utilizzo. Si ricorda che, nei casi di allergia a rischio anafilassi, in Toscana l'adrenalina autoiniettabile si può ritirare gratuitamente presso le farmacie ospedaliere dietro richiesta del medico allergologo ospedaliero.

       

    5. I farmaci prescritti vanno tenuti in un luogo facilmente accessibile agli adulti ma non ai bambini, mai chiusi a chiave in armadietti o cassetti.

       

    6. Il Dirigente Scolastico, messo a conoscenza della situazione relativa alla patologia allergica e ricevuti i documenti medici attestanti la patologia e l'autorizzazione scritta dei genitori all'uso dei farmaci secondo il certificato medico è tenuto a preparare, in stretta collaborazione con i genitori ed il medico curante, il Piano Individuale di Assistenza che comprenderà:

       

    • i dettagli della grave allergia/allergie del bambino

    • una fotografia del vostro bambino (se voi l'autorizzate)

    • le azioni che la scuola intende adottare per ridurre al minimo il rischio di contatto con allergeni noti

    • un Piano di Risposta alle Emergenze con le modalità organizzative del soccorso e l'individuazione tra il personale docente o non docente di chi è disponibile e formato a norma di legge per il primo soccorso( ad esempio chi deve chiamare il 118, chi soccorre il bambino, chi gestisce la classe durante l'emergenza..)>

    • i contatti in caso di emergenza della famiglia, del medico curante e quelli di un'altra persona in caso di necessità

    • autorizzazione per porre la foto e informazioni sulla necessità del bambino in posizioni concordate all’interno della scuola

    • la vostra firma insieme a quella del Dirigente scolastico attesterà che voi e vostro figlio (se maggiorenne) siete stati consultati per lo sviluppo del piano.

    1. Per predisporre al meglio questo Piano di Assistenza, il Dirigente può avere la necessità di consultare il medico curante o uno medico specialista, e avrà bisogno della massima disponibilità della famiglia ad incontri anche con gli insegnanti.

      Ad esempio noi abbiamo organizzato un incontro tra il Personale docente e non docente della scuola di nostro figlio, il Dirigente Scolastico e il Medico Allergologo perchè venissero spiegati il tipo di allergia, i rischi, i sintomi che indicano le fasi iniziali dell'anafilassi e l'uso dei farmaci e la lro corretta conservazione e collocazione .

      Ho anche incontrato, insieme al Dirigente, i genitori degli altri alunni della scuola materna per spiegare il problema di grave allergia e chiedere a tutti di collaborare a creare un ambiente più adatto a mio figlio, evitando di dare ai figli merende troppo elaborate, caramelle, creme.. Ho indicato ai genitori una serie di alimenti privi dell'allergene pericoloso in modo da rendere la merenda di metà mattina un momento sicuro e piacevole per tutti. Spiegando il problema di persona, devo dire di aver trovato grande collaborazione e attenzione da parte delle altre famiglie.

       

    2. Capitolo molto delicato è quello relativo alla sicurezza dei pasti forniti dal servizio di ristorazione scolastica. Non esistono protocolli stabiliti da seguire per la preparazione dei menù speciali per le allergie, solo l'indicazione a dedicare una parte del centro di cottura alla preparazione di questi menù. In genere è preferibile il servizio di cucina interno alla scuola perchè è più facile conoscere chi si occuperà della preparazione del pasto di nostro figlio e spiegare particolari esigenze di sicurezza.

      Anche nel caso di grandi aziende che gestiscono la ristorazione il mio consiglio è di chiedere un incontro con la dietista e la cuoca per spiegare il problema e conoscere le procedure di gestione dei menù speciali.

      Ricordo che la dieta per un bambino allergico è paragonabile ad una terapia e che quindi sarebbe bene fosse approvata da un medico e che il processo di preparazione del pasto controllato dalla ASL competente.

      Per mio figlio ad esempio non era possibile usare lo stesso forno dei pasti normali perchè le tracce di allergene disperse sulle pareti del forno con le alte temperature si depositavano sul suo cibo causandogli asma. Visto che non era possibile avere un forno dedicato abbiamo scelto di farlo pranzare a casa e riaccompagnarlo subito dopo a scuola.

    Sicuramente possono essere integrate e migliorate dalla vostra esperienza.

    Potete chiedere ulteriori informazioni, consigli e supporto a

    Allo stesso indirizzo potete raccontare la vostra esperienza di inserimento scolastico; sarà utile per migliorare ed arricchire questa sezione !

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  • Miceli sopo Banner

    NEWS

    Congresso Allergologia

    BARI

    Grazie a Giovanna che ha partecipato al Congresso di Allergologia AGORA' a Bari di oggi 21-02 abbiamo il video dell'intervento del Prof. Miceli Sopo sulla FPIES

     

      Link video 1.  

      Link video 2.  

      Link video 3.  

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  • Sea-fpies

    Domande e risposte con il prof. Stefano Miceli Sopo (Policlinico Gemelli, Roma) sulla SEA - FPIES.

    (a cura di Giovanna)

     

    1)     Cosa e' la SEA ? Chi e' lo specialista che se ne occupa ?

    La SEA (Sindrome della Enterocolite Allergica, in inglese Food Protein Induced Enterocolitis Syndrome – FPIES) è una allergia alimentare, tipica della età pediatrica. Il suo meccanismo immunopatogenetico non è ancora noto, si sa però che la ricerca delle IgE specifiche, effettuata per esempio con i prick test, nei confronti dell’ alimento colpevole risulta negativa in circa il 95% dei casi. Per questo motivo, e per altri indizi di tipo immunologico, viene ipotizzato che un meccanismo immune cellulo-mediato sia alla base della malattia. Ma alcuni altri indizi hanno fatto recentemente ipotizzare che gli anticorpi di tipo IgE possano comunque svolgere un ruolo. Almeno in alcuni casi. Il sintomo predominante della froma acuta, decisamente la più comune,  è il vomito: solitamente esso insorge ad 1-4 ore di distanza dall’ inizio dell’ ingestione dell’ alimento colpevole ed è ripetuto e profuso, un vomito importante insomma. Spesso sono presenti pallore e letargia e, più raramente, dopo qualche ora insorge diarrea, talvolta con sangue. Una caratteristica peculiare della SEA è la completa risoluzione dei sintomi nell’ arco di poche ore. Esiste anche una forma cronica, oggi rara e probabilmente più frequente fino a qualche decennio fa quando ancora non veniva identificata come SEA. Essa è caratterizzata da frequenti rigurigiti, coliche addominali, diarrea talvota ematica, torpore, disidratazione. Gli alimenti più frequentemente coinvolti sono, in Italia, il latte vaccino, l’ uovo di gallina, il pesce e poi tanti altri, tutti gli alimenti possono essere virtualmente responsabili del’ insorgenza di una SEA. La SEA è una malattia allergica e lo specialista di riferimento è dunque l’ allergologo, preferibilmente con competenze pediatriche.

     

    2)     Quando si deve sospettare una SEA, come si diagnostica e a quali esami e' necessario sottoporre il bimbo ?

    Episodi di vomito che insorgono in pieno benessere e a distanza di 1-4 ore dall’ ingestione di un alimento e che si ripetono (con lo stesso alimento) almeno una seconda volta devono indurre al sospetto. Per quest’ ultimo non è necessario che l’ episodio sia grave, esistono anche forme lievi o moderate di SEA. La diagnosi si avvale della raccolta della anamnesi, della esecuzione dei test allergometrici per la ricerca delle IgE specifiche (anche se risultano negativi nel 95% dei casi come sopra detto è comunque necessario farli) e, nei casi con storia suggestiva ma non sufficientemente conclusiva, il test di provocazione orale (TPO), da eseguire in ambiente adeguatamente attrezzato a fronteggiare eventuali emergenze. Il TPO consiste nella somministrazione al bambino dell’ alimento sospettato di essere colpevole per la verifica della eventuale comparsa dei sintomi. Esso deve essere effettuato da personale esperto.

     

    3)    Si guarisce dalla SEA ? Come e a che eta'?

    La guarigione è la regola, sono eccezionali i bambini nei quali la SEA persiste oltre i 5 anni. Si guarisce spontaneamente, la desensibilizzazione orale per alimenti (DOPA), procedura praticata per le forme di allergia alimentare IgE-mediata, non è prevista per la SEA, proprio per le altissime percentuali di guarigione spontanea. I tempi della guarigione sono stati maggiormente studiati per la SEA da latte vaccino: in questo caso la percentuale di guariti all’ età di 18-24 mesi sfiora l’ 80%.

     

    4)     Ci sono alimenti "sicuri" o ogni bimbo e' un caso a se'?

    Come sopra scritto, non ci sono alimenti sicuri. Tuttavia, esistono alimenti che più frequentemente sono stati associati alla SEA. Tra di essi il latte vaccino, la soia, il riso, l’ uovo di gallina, il pesce sono certamente i più frequentemente coinvolti. Ma sono stati segnalati anche casi di SEA da ostriche, da agrumi, da mais. Etc, etc, etc.

     

    5)     Quando si deve ricorrere al pronto soccorso se un episodio acuto di SEA avviene a casa? Cosa puo' somministrare o fare un genitore ai primi segni di reazione ?

    Suggeriamo di far visitare il bambino da un medico ogni volta che abbia avuto un episodio acuto di SEA, sempre, anche se si è risolto. In particolare, è opportuno recarsi in pronto soccorso se il bambino non smette di vomitare, se appare letargico, iporeattivo, pallido persistentemente. Purtroppo non è prevista la somministrazione di farmaci da parte dei genitori o da chi, in quel momento, ne fa le veci. Se ritenuto opportuno, il medico in pronto soccorso potrà somministrare liquidi e cortisone per via venosa. Solo di recente è stata segnalata l’ efficacia dell’ ondansentron, somministrato per via venosa, nel controllare i sintomi da episodio acuto di SEA. Si tratta di un farmaco antiemetico che, però, non è licenziato per questa particolare malattia, la sua somministrazione avviene dunque sempre ed ogni volta sotto la responsabilità del medico.

     

    6)     Esistono bimbi che pur essendo allattati in modo esclusivo al seno materno sviluppano la SEA ? Che ruolo svolge in tal senso l'allattamento materno?

    Esistono, ma sono rarissimi. In letteratura ne sono segnalati due casi, noi ne abbiamo osservati altri due. E’ ovvio (speriamo) che non è il latte materno a causare la reazione avversa, ma un alimento ingerito dalla madre, che, veicolato dal latte materno, genera la SEA. Il latte materno, dunque, non deve essere sospeso in tali situazioni. Se viene stabilito correttamente un nesso causale tra un alimento ingerito dalla madre nutrice e la comparsa di sintomi nel bambino, allora si proporrà alla madre nutrice di eliminare l’ alimento colpevole dalla sua dieta e, a maggior ragione, da quella del bambino fino a risoluzione della problematica. La SEA veicolata dal latte materno può essere sia acuta che cronica, spesso le due espressioni cliniche coesistono nello stesso bambino. Gli alimenti coinvolti sono, stando alle segnalazioni della letteratura e alla nostra esperienza, il latte vaccino e la soia.

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