Domande e risposte con il prof. Stefano Miceli Sopo (Policlinico Gemelli, Roma) sulla SEA - FPIES.
(a cura di Giovanna)
1) Cosa e' la SEA ? Chi e' lo specialista che se ne occupa ?
La SEA (Sindrome della Enterocolite Allergica, in inglese Food Protein Induced Enterocolitis Syndrome – FPIES) è una allergia alimentare, tipica della età pediatrica. Il suo meccanismo immunopatogenetico non è ancora noto, si sa però che la ricerca delle IgE specifiche, effettuata per esempio con i prick test, nei confronti dell’ alimento colpevole risulta negativa in circa il 95% dei casi. Per questo motivo, e per altri indizi di tipo immunologico, viene ipotizzato che un meccanismo immune cellulo-mediato sia alla base della malattia. Ma alcuni altri indizi hanno fatto recentemente ipotizzare che gli anticorpi di tipo IgE possano comunque svolgere un ruolo. Almeno in alcuni casi. Il sintomo predominante della froma acuta, decisamente la più comune, è il vomito: solitamente esso insorge ad 1-4 ore di distanza dall’ inizio dell’ ingestione dell’ alimento colpevole ed è ripetuto e profuso, un vomito importante insomma. Spesso sono presenti pallore e letargia e, più raramente, dopo qualche ora insorge diarrea, talvolta con sangue. Una caratteristica peculiare della SEA è la completa risoluzione dei sintomi nell’ arco di poche ore. Esiste anche una forma cronica, oggi rara e probabilmente più frequente fino a qualche decennio fa quando ancora non veniva identificata come SEA. Essa è caratterizzata da frequenti rigurigiti, coliche addominali, diarrea talvota ematica, torpore, disidratazione. Gli alimenti più frequentemente coinvolti sono, in Italia, il latte vaccino, l’ uovo di gallina, il pesce e poi tanti altri, tutti gli alimenti possono essere virtualmente responsabili del’ insorgenza di una SEA. La SEA è una malattia allergica e lo specialista di riferimento è dunque l’ allergologo, preferibilmente con competenze pediatriche.
2) Quando si deve sospettare una SEA, come si diagnostica e a quali esami e' necessario sottoporre il bimbo ?
Episodi di vomito che insorgono in pieno benessere e a distanza di 1-4 ore dall’ ingestione di un alimento e che si ripetono (con lo stesso alimento) almeno una seconda volta devono indurre al sospetto. Per quest’ ultimo non è necessario che l’ episodio sia grave, esistono anche forme lievi o moderate di SEA. La diagnosi si avvale della raccolta della anamnesi, della esecuzione dei test allergometrici per la ricerca delle IgE specifiche (anche se risultano negativi nel 95% dei casi come sopra detto è comunque necessario farli) e, nei casi con storia suggestiva ma non sufficientemente conclusiva, il test di provocazione orale (TPO), da eseguire in ambiente adeguatamente attrezzato a fronteggiare eventuali emergenze. Il TPO consiste nella somministrazione al bambino dell’ alimento sospettato di essere colpevole per la verifica della eventuale comparsa dei sintomi. Esso deve essere effettuato da personale esperto.
3) Si guarisce dalla SEA ? Come e a che eta'?
La guarigione è la regola, sono eccezionali i bambini nei quali la SEA persiste oltre i 5 anni. Si guarisce spontaneamente, la desensibilizzazione orale per alimenti (DOPA), procedura praticata per le forme di allergia alimentare IgE-mediata, non è prevista per la SEA, proprio per le altissime percentuali di guarigione spontanea. I tempi della guarigione sono stati maggiormente studiati per la SEA da latte vaccino: in questo caso la percentuale di guariti all’ età di 18-24 mesi sfiora l’ 80%.
4) Ci sono alimenti "sicuri" o ogni bimbo e' un caso a se'?
Come sopra scritto, non ci sono alimenti sicuri. Tuttavia, esistono alimenti che più frequentemente sono stati associati alla SEA. Tra di essi il latte vaccino, la soia, il riso, l’ uovo di gallina, il pesce sono certamente i più frequentemente coinvolti. Ma sono stati segnalati anche casi di SEA da ostriche, da agrumi, da mais. Etc, etc, etc.
5) Quando si deve ricorrere al pronto soccorso se un episodio acuto di SEA avviene a casa? Cosa puo' somministrare o fare un genitore ai primi segni di reazione ?
Suggeriamo di far visitare il bambino da un medico ogni volta che abbia avuto un episodio acuto di SEA, sempre, anche se si è risolto. In particolare, è opportuno recarsi in pronto soccorso se il bambino non smette di vomitare, se appare letargico, iporeattivo, pallido persistentemente. Purtroppo non è prevista la somministrazione di farmaci da parte dei genitori o da chi, in quel momento, ne fa le veci. Se ritenuto opportuno, il medico in pronto soccorso potrà somministrare liquidi e cortisone per via venosa. Solo di recente è stata segnalata l’ efficacia dell’ ondansentron, somministrato per via venosa, nel controllare i sintomi da episodio acuto di SEA. Si tratta di un farmaco antiemetico che, però, non è licenziato per questa particolare malattia, la sua somministrazione avviene dunque sempre ed ogni volta sotto la responsabilità del medico.
6) Esistono bimbi che pur essendo allattati in modo esclusivo al seno materno sviluppano la SEA ? Che ruolo svolge in tal senso l'allattamento materno?
Esistono, ma sono rarissimi. In letteratura ne sono segnalati due casi, noi ne abbiamo osservati altri due. E’ ovvio (speriamo) che non è il latte materno a causare la reazione avversa, ma un alimento ingerito dalla madre, che, veicolato dal latte materno, genera la SEA. Il latte materno, dunque, non deve essere sospeso in tali situazioni. Se viene stabilito correttamente un nesso causale tra un alimento ingerito dalla madre nutrice e la comparsa di sintomi nel bambino, allora si proporrà alla madre nutrice di eliminare l’ alimento colpevole dalla sua dieta e, a maggior ragione, da quella del bambino fino a risoluzione della problematica. La SEA veicolata dal latte materno può essere sia acuta che cronica, spesso le due espressioni cliniche coesistono nello stesso bambino. Gli alimenti coinvolti sono, stando alle segnalazioni della letteratura e alla nostra esperienza, il latte vaccino e la soia.
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